domenica 23 agosto 2015

No-body

No-body è una condizione della nostra società, una piaga sociale se vi torna meglio. Per me è stata per anni una tortura e solo da qualche tempo comincio a capirne le dinamiche e a scinderle da quella che sono - anche se non sempre ci riesco. Con il termine No-body faccio riferimento a quella sensazione che si insinua nella mente delle persone, rendendole invisibili all'ambiente circostante, entità nulle che si muovono senza scopo alcuno, che si lasciano vivere e accettano ciò che la vita rovescia loro addosso. Tale condizione colpisce qualsiasi età, estrazione sociale e culturale, non vi è limiti alla sua influenza, e molto spesso è la ragione della totale inadempienza dell'essere umano, che si ritrova solo ad affrontare un mondo più grande di lui. 

Il punto è che lo abbiamo creato noi e come tale, dovremmo essere in grado di affrontarlo e superarlo, nonostante tutto. Prima di capire come debellare questa piaga sociale, bisogna comprendere di cosa sto parlando, perché fino ad ora mi sono limitata a parlarne in modi alquanto incomprensibili.
Parlo di come siamo soliti guardarci: difettosi.
Non importa se osserviamo il nostro corpo - il protagonista per eccellenza di questo problema - il nostro lavoro - altro grande arcano del mondo moderno - le nostre capacità, la nostra situazione sentimentale, ciò che conta è una realtà ineludibile: non ci sentiamo all'altezza, mai, in nessuna situazione. 
Questo ci conduce a molteplici comportamenti: da una parte a sentirci tanto inadeguati da farci del male e nel migliore dei casi a isolarci completamente dall'ambiente circostante, nel peggiore ci condanniamo senza perdono a comportamenti lesivi per la nostra persona.
Io mi sono fatta male, tanto male, e per troppo tempo. Sono stata un no-body per anni e mi ci sono rintanata a tal punto che quando è arrivato il momento di guardarmi seriamente allo specchio, ho avuto paura di quello che ero diventata: una persona inesistente, divertente per gli altri, perché ho sempre ostentato un'estroversione a me non congeniale, ma che mi veniva bene... Solo che dentro mi sentivo morire giorno dopo giorno, pezzo per pezzo, fino a non riconoscermi più. Sono tante le fasi che questo problema mi ha condotto a vivere e ho intenzione di affrontarle, una ad una, e una volta per tutte. Perché voglio riprendere in mano la mia vita, o forse prenderla in mano per la prima volta, indirizzarla dove voglio io, senza se e senza ma, voglio sentirmi orgogliosa di me, guardarmi allo specchio fiera di essere io e non sentire più quel senso di vuoto che ho provato fino ad ora.
Questo Blog forse nasce per questo, per fare di quel tempo perduto un punto di partenza e non solo un peccato da dimenticare. Se ho sbagliato verso me stessa, voglio imparare a perdonarmi e a diventare migliore per me, e per nessun altro.
#Fisioterapiarules è il primo progetto che vuol partire proprio da questo, ma ce ne saranno altri, per un percorso di ricostruzione e comprensione di me e di questi 30 anni di vita (anche se si dice non si dovrebbero fare bilanci!)

Io che sono stata un no-body, voglio diventare Caterina, e capire fin dove Caterina può spingersi.

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