martedì 11 agosto 2015

#fisioterapiarules

Eccomi di nuovo a parlare delle mie povere ginocchia, perché di qualcosa dovrò pur parlare, e loro sono l'argomento che al momento mi preme maggiormente.

#fioterapiarules è un esperimento sociale che mi sono messa in testa di fare, da una parte perché mi andava, e dell'altra perché per una volta nella vita volevo iniziare qualcosa per finirla davvero, con tanto di resoconto finale. Mi sono detta che se avessi condiviso la mia avventura con qualcuno questa avrebbe preso una forma diversa, si sarebbe imposta nella mia esistenza come improrogabile e definitiva, con annesso esame finale.
Ma se devo essere sincera è nata un po' per caso, o #acaso, come solo solita dire. Il fatto è che il primo giorno di fisioterapia in palestra - poiché prima mi sono sottoposta a quattro sedute con la Venere Bulgara, (e se volete sapere di chi sto parlando dovete andare qui) - avevo appuntamento alle 8:00 del mattino. (Giuro! Non sto scherzando! Contro ogni preavviso o speranza, le otto del mattino esistono ancora. Provvederò a cancellarle una volta divenuta dittatrice del mondo, abbiate fede.) Questo fatto mi ha scombussolato la testa, al cui interno sembrava si fossero annidate una squadra di api muratrici intente a costruire case popolari per le proprie compagne. Mi ronzava anche la punta delle dita, e il sole quel giorno se ne sarebbe dovuto restare dietro le nuvole, perché il suo sorriso sembrava più una presa di giro (per non dire altro). Comunque, giunta all'interno della sala, mi ritrovo immersa fra settantenni con il fiato di Maradona ai tempi d'oro, e contorsionisti dall'età improbabile che si affaccendavano nella cura delle proprie ossa con una lena da fare invidia a Ty Pennington. E io ero sveglia alle 8:00 del mattino, e qui concludo! Presa dallo sconforto mi sono fatta un selfino consolatorio... (eccolo qui sotto per la vostra gioia).

Sì, di quelli che fai per postarli su qualsiasi piattaforma social esistente, sperando di avere il sostegno di quelli a cui appari di prima mattina sulla home.

E così è stato. Inaspettatamente, questa meravigliosa immagine di me irata come e peggio di Achille ha riscosso il successo agognato, e mi sono ritrovata Star per un giorno, dove tutti chiedevano il motivo del mio infortunio, chi dava metaforiche pacche sulla spalla e proferiva incoraggiamenti di ogni sorta, chi invece, più incline a essere il centro dell'attenzione altrui, elencava le proprie disavventure fisioterapiche e i numerosi anni di degenza - che grazie all'impegno dimostrato lo/la avevano ricondotto/a non solo a correre, ma a vincere l'oro mondiale stracciando quel cazzeggione di Usain BoltAl termine di quello che sembrava più un addestramento alla Full Metal Jacket che una seduta fisioterapica riabilitativa delle ginocchia, me ne sono uscita triste, demoralizzata e consapevole di aver toccato il peggio della mia forma fisica. Questo perché durante un esercizio - a una macchina che definirei La macchina della morte del vasto mediale - non sono riuscita a tirare su nemmeno due chili, fatto che ha condotto il personal training a esclamare "Ma come ti sei ridotta?!". Potrete immaginare nitidamente le azioni attuate dalla mia autostima che, senza nemmeno degnarsi di salutare, ha preso la porta uscendo di gran furia!
Proprio in seguito a ciò - e al fatto di aver rotto in lacrime appena rientrata nello spogliatoio - ho deciso di riderci sopra con i miei amici social, partorendo un video su instragram, dal titolo "Reportage prima seduta di fisioterapia" - eccolo qui sotto.


La fortuna riscossa con la foto e con il video, più per me e per la mia fuggitiva autostima che per gli altri, mi ha spinta a continuare l'operazione; e da dieci giorni porto avanti la cosa, sperando di non annoiarmi strada facendo. Ho deciso che ne farò un percorso importante per me, farò di necessità virtù, tramutando una condizione obbligata in qualcosa di bello e propositivo, perché di buoni propositi al momento ne ho veramente bisogno.
Quindi, al via la grande operazione #fisioterapiarules, cui ho deciso di dedicare un'intera pagina... ma sì! Facciamo le cose in grande per una volta, e chissà che non ne nasca qualcosa di ancora migliore...


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