venerdì 21 agosto 2015

A poco serve...

Ieri è venuta a mancare mia zia. Era la zia di mio padre, in realtà, ma non mi sono mai piaciuti i termini che iniziano per bis, e per questo era semplicemente mia zia. Originaria di Udine, aveva conosciuto il fratello di mio nonno durante la guerra, e poco dopo si erano sposati. Non ho mai conosciuto mio zio, è morto troppo presto perché potessi farlo, ma ho visto una sua foto, proprio del periodo in cui era marinaio, e devo dire che in uniforme avrebbe fatto perdere la testa a chiunque nel raggio di kilometri. Anche lei era bella, di quelle bellezze antiche che oggi non esistono più, dai lineamenti sofisticati e gentili, che non si erano persi neanche quando il tempo aveva iniziato a carezzarla.

Sua figlia - che allo stesso modo chiamo zia - me l'ha sempre descritta come una donna forte, dura, autoritaria, ma quella che avevo conosciuto io era diversa. Sarà stato il suo accento, così composto e diverso dal mio, la sua andatura lenta e cadenzata, i suoi capelli grigi violacei, di cui andava tanto fiera e che io amavo vedere risplendere al sole, quando veniva a trovarci in toscana. Mi chiamava "stella" e a me piaceva; sgranava gli occhi di fronte alle mie irruenti follie, ai racconti che proferivo con la foga che da sempre mi contraddistingue, ma sotto sotto vedevo affiorare un sorriso leggero, accompagnato poco dopo da una piccola e pacata risata. Mi faceva il "pesce finto" ogni volta che andavo a trovarla - poco, adesso me ne rendo conto - perché avevo promesso di salire - "qui c'è sempre posto per te" - ma la vita, gli impegni, il poco tempo mi tenevano occupata sempre, e non sono riuscita a rivederla se non quando lo scorso anno era venuta in Toscana per il matrimonio di una mia cugina (siamo una grande famiglia, sì!).
Mi dispiace zia, perché avresti meritato che venissi, anche solo per la gentilezza e la dolcezza con cui mi avevi accolta nella tua vita, me che vedevi così di rado. A poco serve scriverti qui, adesso... a poco, cara Caterina.
Certo è proprio vero, ci rendiamo conto del bene che vogliamo a qualcuno proprio nell'esatto istante in cui capiamo di averlo perso, e ieri, quando il babbo ha risposto al telefono e ha esclamato "no!" con quel tono inconfondibile di chi riceve una brutta notizia, guardando nella mia direzione ho capito che quel "no!" avrebbe invaso anche me. E l'ha fatto, zia, mi ha invasa eccome... mi ha sbattuto in faccia una realtà difficile da accettare, pesane come un macigno, perché pensare che non ti avrei più rivista mi ha resa profondamente triste... Eppure eri lontana, ti vedevo poco e forse ti conoscevo non troppo bene, ma ti avevo nella mia vita comunque, ne eri parte, davvero, e l'ho capito ieri. Che stupida eh? Quanto è contorto l'animo umano, e quante risposte arrivano quando di tempo non ce n'è più per darne.
Non credo (in Dio, intendo), non più almeno, quindi per me la vita dopo la morte in quel millantato paradiso è solo leggenda, una bella storia, di qualche consolazione per chi vi trova realtà, ma niente più di questo. 
Oggi, però, vorrei crederci, perché se così fosse saresti insieme al tuo amore e a mio nonno, magari, che ti saluterebbe col suo fare da signore (anche lui), guardandoti con l'occhio buono, perché l'altro di vetro rimarrebbe immobile, particolare che lo rendeva unico e affascinante mio nonno. Saresti lassù e sorrideresti leggera a chi è rimasto a pensarti, si affaccerebbe al tuo volto una tenera malinconia nel vedere i tuoi figli avvertire un senso di vuoto dentro di sé, comprenderli nel senso di smarrimento che in questo istante li vede uscire per sempre dalla condizione di "figli"... e ti si riempirebbe il cuore di gioia nel leggere quello che tua nipote ha scritto di te su Facebook (sempre che in cielo ci fosse un computer, ma se di utopia e leggenda si deve trattare, magari ne avreste di supermegafotonici che noi neanche ci sogneremmo, e non ti sarebbe difficile reperire quel post.)
"Mamma dov'è la nonna?" "La nonna era ammalata amore ed ora è in cielo con gli angioletti" "Torna?" "No amore, non torna" "Torna questa sera?" "No amore, non torna questa sera." " Mercoledì allora?" "No, nemmeno mercoledì. È in cielo ora, non può tornare amore" "Nemmeno se chiedo per piacere?"...non sono stati 20 anni facili, tu non sei stata facile. 20 anni di litigi. Eppure oggi i tuoi orecchini lasciati lì come se ci fosse ancora tempo...Dio, mi hanno fatto male. Ciao nonna
A me leggerlo ha fatto male, tanto male... ma anche bene, un universo di bene. Il vostro rapporto era strano e confuso forse, burrascoso a volte, ma se è vero che le grandi passioni non possono esimersi dal lacerare e ricomporre i pezzi dell'anima, fra voi c'era un grande amore, in un modo tutto vostro e speciale.

Forse queste parole non ti arriveranno mai, e forse, dopotutto, non sono neanche per te, ma per due persone che adesso vorrei avere davanti e stringere tanto forte da riuscire a togliere loro un po' di quel dolore che oggi sentono insopportabile.

Vi voglio bene e mi dispiace. Mi dispiace di non aver trovato quel tempo necessario a salutarla, ma soprattutto per imprimere nella mia memoria qualche ricordo in più di tutte noi insieme (come quando pasteggiavamo davanti a quel mitico pesce finto...); mi dispiace di non essere ancora riuscita a telefonarvi, ma so che piangerei e non saprei dire niente nel sentire la vostra voce all'altro capo; mi dispiace perché meritereste un sostegno maggiore di quello che riesco a darvi adesso, e mi dispiace perché so che voi sareste in grado di fare molto di più per me, lo avete sempre fatto; mi dispiace non avere niente di meglio da dire che "vi voglio bene e mi dispiace", ma è così e a volte il senso di tutto è racchiuso in poche semplici parole.
Di nuovo... VI VOGLIO BENE E MI DISPIACE. 

Ciao Zia.





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