giovedì 13 agosto 2015

Kindle o non Kindle - questo è il dilemma!

Ed ecco il mio bambino. Si, lo so, alcune foto sono al contrario! non ho ben capito come ho fatto, ma bando alle ciance, si vede bene l'oggetto della mia dipendenza e questo basta! Lui è diventato parte della mia vita al pari dello spazzolino, inesorabilmente indispensabile! Nelle foto potete notare la sfavillante e fantasmagorica cover rosa ordinata direttamente su Amazon (qui ne trovate di ogni forma e colore, da impazzire letteralmente, e se fate un calcolo di quante ce ne sono, anche di assurde, concorderete con me che questa è forse una delle più sobrie - per chi ama il rosa ovvio!). 

Mi è stato regalato lo scorso natale dai miei genitori e devo dire che mia madre ha temuto molto la reazione che avrei avuto nell'aprire il pacchetto. Questo perché pur amando la lettura - attività che potrei portare avanti senza sosta, dimenticandomi di mangiare e trattenendo bisogni primari fino alla morte di vescica e intestino - sono sempre stata fautrice della carta, del libro da sfogliare, sottolineare, cui fare le orecchie (lo so, sono una marrana) e da ammirare una volta ingiallito dal tempo.
Il classico ammasso di cellulosa da annusare, perché ogni libro ha la sua storia, la sua vita, e ogni copia è diversa dall'altra - la mia non sarà mai la tua, perché ha vissuto con me l'esperienza di essere letta dai miei occhi, carezzata dalle mie mani, imbrattata dalla mia saliva (chi di voi non si lecca le dita per sfogliare le pagine su!). Non pensate, la mia dipendenza dalla carta non si è affievolita, anzi, da quando ho iniziato a sperimentarmi con il Kindle si è addirittura accentuata, o per meglio dire modificata.

Chi ama la lettura come me, e intendo amore in senso totale, dai grandi classici ai romanzetti da ombrellone, conosce bene la frustrazione di trascinarsi il mattone di 700 pagine che ti sei detta di finire proprio durante le meritate vacanze, facendo impazzire chi ti accompagna perché si ritrova accanto un ameba asociale patentato, attaccato a un colosso di Rodi da borsetta.
Il Kindle mi permette di andarmene in giro con i libri che voglio, con uno quasi alla fine e uno pronto per essere iniziato. Sono fatta così, insaziabile, fagocitante, necessito di nuove storie e stimoli costanti, non posso permettermi di rimanerne senza se durante un viaggio in treno, una vacanza o quel che volete, arrivo alla parola "fine". Ma portarsi dietro un malloppo di roba, con una borsa stracolma di agende e taccuini (a me quelle elettroniche non piacciono e in questo caso non credo che la tecnologia potrà sostituire la carta; un'agenda deve essere scritta, sottolineata, riempita di post-it, mi capite no?) è devastante.

E la pagina allora? Ed ecco che arriva il compromesso cui non ho potuto sottrarmi: il Kindle va benissimo per quei libri di cui non mi interessa avere una copia cartacea. Per fare un esempio: non leggerei mai Zola, Tolstoj, Dostoevskij, McWan, Jane Austen, Calvino, Pirandello e via dicendo in digitale... i classici sono i classici e li rispetto come tali (se qualcuno obietta per l'inserimento di McWan fra i classici, che la peste lo colga!). Ma se iniziamo a parlare dei libri suddetti "da ombrellone" - e con questo intendo saghe infinite di elfi e maghi, vampiri, licantropi, apocalisse, ammmore impossibile, e così via - allora chissene se sono raccolti dentro il mio Kindle, anzi meglio! Se fanno schifo posso cancellarli all'istante, e se per una strana convergenza astrale entrano a far parte di quelli che assolutamente voglio nella mia già strabordante libreria, posso andarmeli a comprare!
Per questo, lode al Kindle e a tutte le sue cover, a quelle rosa in particolare!

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