lunedì 14 settembre 2015

Non andate a "Tutti matti per Colorno"

Se siete persone che amano il silenzio e la calma; se preferite starvene in panciolle e il massimo del movimento per voi è trascinarvi al frigo per prendere qualcosa da sgranocchiare (e di conseguenza aumentare drasticamente il vostro giro vita, già senza speranze); se siete apatici e la cosa vi piace; se la malinconia è quello che sperate il mondo vi regali; se storcete il naso quando il postino suona perché significa che dovrete interagire con un altro essere umano; se la noia è ciò che agognate più della nutella; se la vostra idea di "gita fuori porta" è andare al nuovo Lidl e vedere se le offerte del catalogo consegnatevi dal suddetto postino ci sono ancora; se avete vinto il premio per migliore spippolatore di smartphone dell'anno; se non siete e vi va bene così, allora NON ANDATE A TUTTI MATTI PER COLORNO, perché non è il posto che fa per voi.
Troppe persone - circa 40.000 quest'anno i visitatori stimati - troppi spettacoli - 24 senza contare gli indipendenti venuti a titolo personale e non presenti nel programma ufficiale - troppi stand artigianali - dai vestiti, alle borse, ai monili, ai giochi eco-sostenibili - troppe installazioni d'arte, troppi stand gastronomici - dalla pizza, ai ravioli, dal gelato vegano (grazie Dio!), alla piadina e così via - insomma troppo di tutto e tutto insieme.
Entrare in quel mondo significa perdersi completamente, tornare bambini più dei bambini. Sì, perché se per un bambino la meraviglia è una condizione sine qua non della sua età e non può fare a meno di esserne invaso, per l'adulto riuscire a meravigliarsi e lasciarsi andare all'inaspettato è doppiamente sconvolgente. Noi che siamo abituati a tutto, che abbiamo conosciuto tutto e ne siamo consapevoli (poveri illusi), che guardiamo al futuro come un film già visto - il solito lavoro, la solita dieta che non inizieremo mai quel maledetto "lunedì", la solita iscrizione in palestra dimenticata in cassetto, il solito aperitivo, ecc... - noi adulti frastornati dalla vita, quando ci perdiamo come a 5 anni, sgraniamo gli occhi di fronte a un salto mortale fatto a pochi centimetri da noi, restiamo a bocca aperta senza riuscire a chiuderla neanche volendo, quello diventa il momento di un'inevitabile e inarrestabile regressione. E dovremmo averne timore, perché ci condurrebbe a correre dietro a un pallone solo per il gusto di farlo, a sudare nella maglina nuova, a sporcare le scarpe da ginnastica che di ginnico hanno ben poco e che inneggiano allo status di accessorio glamour. Gandalf il grigio griderebbe "Fuggite, sciocchi!", conoscendo il pericolo cui andremo incontro.
"Di arte non si vive" tuonava quel gran genio di Tremonti, e aveva ragione. Perché se vivessimo di arte saremmo costretti a incontrare l'altro, senza scampo, a vederselo davanti nella sua spettacolare fragilità, simile alla nostra e tanto diversa da essere poesia; saremmo in balia della meraviglia e noi non vogliamo meravigliarci più, di niente e di nessuno; diverremmo comprensivi e aperti al mondo (ma stiamo scherzando?); il nostro orticello si dimostrerebbe troppo stretto a contenere la nostra voglia di vivere, costringendoci ad aprire il cancello, uscire e far entrare, in un via vai di esperienze, sensazioni, attimi, passioni e paure che sconvolgerebbe il delicato e apatico equilibrio in cui la società ci impone di stare.
Quell'accozzaglia di folli sparsi per le vie di Colorno sarebbe un universo troppo vasto! Ma vi pensate a ridere di niente, a sdraiarvi sull'erba con un giocoliere che si esibisce solo per voi? Vi immaginate ad applaudire sino a finirvi le mani di fronte alla straordinaria bravura di artisti provenienti da ogni parte del mondo? Potreste sopportare di divertirvi più di vostro figlio davanti alle diavolerie di un clown, di un mago, di un equilibrista, di un danzatore?
Ebbene sì, questo è ciò a cui andreste incontro: tre giorni di infanzia e spettacolarità tutta per voi, tre giorni per riscoprirvi vivi, per stupirvi del fatto che riuscite ancora a provare meraviglia.
Se temete tutto questo, vi avverto: NON ANDATE A TUTTI MATTI PER COLORNO.
Perché una volta che ci siete stati, non si torna indietro, si spalancherebbero per voi le porte di Fantasia, del Paese delle Meraviglie, vi ritrovereste a rincorrere il bianconiglio, o a volare su Falkor, il fortunadrago più famoso al mondo, e a non voler più scendere.
Se pensate, poi, di entrare a far parte dello staff o dei volontari che con tanto impegno lavorano incessantemente perché la Meraviglia diventi tale, allora siete perduti per sempre!
Io vi ho avvisati, poi non dite che non ve l'avevo detto.

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