lunedì 14 settembre 2015

Il primo giorno di scuola...

Oggi per molti studenti è il primo giorno di scuola, e se anche per alcuni la campanella suonerà domani o dopodomani, faccio finta che sia già stata udita da tutti quei piccoli nani malefici che invaderanno i corridoi e le aule, muniti di zainetto del supereroe, della cantante o del telefilm preferito, astucci dai mille colori, e penne che si cancellano - non si sa mai che prendano consapevolezza che gli errori nella vita non se ne andranno, neanche con la migliore delle cancelline in circolazione.
Scusate, piccola polemica emotiva dovuta al lunedì! Torno subito in modalità blogger positiva.
Dicevamo, primo giorno di scuola e tragedia per molte mamme, sollievo per altre, disperazione per ogni studente. Quanti bruschi risvegli, quante sveglie maledette perché hanno suonato proprio all'ora prestabilita, quanti mal di pancia agognati o raffreddori dell'ultimo minuto cui appellarsi per evitare di varcare la soglia del bastardissimo primo giorno di scuola.
Eppure, cari studenti, quanto vi invidio. Invidio la vostra giovinezza, le possibilità che avete davanti, le migliaia di strade che potrete percorrere, le merende di metà mattina, gli intervalli strasciconi per i corridoi, magari a rincorrere quello bello della C, i diari strapieni di scritte e dediche, i libri consunti e malconci a fine anno, l'odore dei quaderni nuovi e la sensazione al tatto di quelli vecchi, le copertine colorate e lucide, il compagno di banco che non ti passa mai la lezione, il secchione odioso e saputello, lo scanzonato giocherellone e la bellina tutta capelli e pantaloni attillati, la grassottella presa in giro (all'epoca ero io!), la snob stupida, la ciancica gomme da masticare, lo sportivo, l'amico migliore da amare in segreto, l'amica migliore con cui litigare a ogni ora, il gruppetto di cui sparlare, il gruppetto che sparla di te, quelli che ti prendono in giro, quelli che ti difendono, quelli che difendi tu per solidarietà, il professore bastardo e incompetente che spara sentenze a caso, quello dolce e comprensivo, ma che di insegnare non ha voglia, quello giovane e pieno di speranze che si smostra per farvi amare la sua materia e che viene bistrattato peggio di un appestato nel 1348 (se non sapete a quale evento mi riferisco, studiate!!!!!). Invidia, pura invidia. Perché se potessi tornare alla vostra età rifarei tutto meglio, con più slancio e con meno paranoie.
Me ne fregherei di essere apostrofata come "buzzona, grassona, obesa, gorilla, balena, caterpillar, mostro" e via dicendo, e ancora "Mentadent" dato che per una malformazione congenita ho passato l'adolescenza e più (fino ai 22 anni) senza denti!
Aspetterei il bullo della scuola all'uscita e lo pesterei rendedogliele tutte a quel demente, tutte quelle che mi aveva dato in mezzo al corridoio, con i bidelli e i professori a guardare immobili e disinteressati. Poi aspetterei anche loro e li tonferei come Dio comanda, per far capire a chi dovrebbe tutelare gli studenti che non è lì per caso, che il suo lavoro ha uno scopo, e non è solo quello di spiegare, interrogare e mettere voti. Ne terrei un paio anche per i codardi dei miei amici, ciechi e silenziosi prima, durante e dopo il pestaggio.
Studierei di più e con più voglia, perché saprei che mi sarebbe utile dopo, e quando arriverebbe il momento di scegliere della mia vita, potrei farlo in modo più consapevole, e non solo per emozioni dettate dal momento.
Vi chiediamo troppo, è vero, ci aspettiamo tanto da voi e forse non è giusto, ma sappiate che più una persona conosce, meno potrà essere ingannata. Chiudete i social per qualche ora, spegnete il cellulare, dai! Allargate la vostra mente, siate critici di fronte a chi vi mette su un piatto d'argento verità e assiomi e lasciatevi il tempo per decidere quale voce ascoltare. 
Combattete il bullismo come si è sempre fatto quando ancora di bullismo non si parlava: dentro e fuori dal cortile, con braccia sanguinanti e gambe piene di lividi, guerre aperte per il rispetto e la dignità. La scuola è un campo di battaglia, e dovrete essere forti, ogni mattina, senza mollare mai. Difendete gli amici anche quando sbaglieranno, poi li menerete dopo, in separata sede, perché il vostro rimprovero servirà molto più di quello di mille adulti. 
Amate quello/a della B, C, D, o della sezione che preferite, scrivete lettere d'amore su carta e fogliolini con "vuoi metterti con me?" e caselline da riempire con "sì, no, forse". Sarà bello ritrovarli quando sarete grandi.
Prendete un 4 - a volte serve anche sbattere il naso - ma cercate di rimediarlo in corsa alla fine della scuola - è importante anche questo!
Non pensate che i professori abbiano il coltello dalla parte del manico, non c'hanno niente, ve lo dico io, e spesso sono più persi di voi - non è facile stare davanti a 20 persone e sentirne il giudizio costante sulla faccia - non fatevi impaurire se minacciano o millantano bocciature, e battetevi se non vi danno il voto che meritate. Ma portate anche rispetto, perché se non ne date, non potrete riceverne, e ultimamente ne avete concesso poco a voi e agli altri. 
Non prendete in giro il diverso, pensate che diversi lo siete anche voi, e il fatto che abbiate un fisico migliore di un altro o vi vestiate alla moda, fa solo di voi il prodotto perfetto che la società vuole che siate, non vi rappresenta e non vi contraddistingue come esseri umani. Le vostre azioni sì, siatene consapevoli.
Non pensate che i voti che prenderete diranno chi sarete in futuro, a giudicarvi ci sono pur sempre persone, e in quanto tali sono fallibili.
La mia professoressa di Italiano e Latino all'esame di maturità, di fronte alla mia risposta "vorrei fare l'Università"  - data alla presidentessa esterna, fra l'altro, manco a lei! - ebbe il coraggio di dirmi, ridendo: "no, tu no. Non riusciresti mai a fare l'Università! Vai a lavorare, è meglio!"... e io l'ho ripagata con due 110 e lode, e una media del 30. Non pensate che di fronte a tali vittorie si sia ricreduta, ha solo esclamato: "La tua era un'Università facile!", e con quello mi ha pagata.
Di persone povere di spirito ne incontrerete a bizzeffe, la scuola serve solo a darvi la dimensione in piccolo del casino che è la società cui andrete incontro, imparate a gestire il liceo, e gestirete la vita al meglio.
Le assemblee sono fatte per discutere e insegnarvi la politica, prima di noi tanti hanno combattuto perché voi aveste la libertà di riunirvi e dire la vostra, non lasciate che siano momenti per cazzeggiare, o fare forca giustificata! Nella politica ci entrerete poco dopo, credetemi, e sarà un brusco risveglio, peggio di quello di stamattina!
Ricordate che chi governa non vuole un popolo istruito, e per quanto abbaino il contrario, quegli zuzzurelloni dei politicanti non fanno niente per migliorarla. Si impegnano a darsi rimborsi a caso, quello sì, ma questi sono luoghi comuni, ahimè! e quanta miseria c'è in tale verità.
Non mandate i genitori a fare le vostre ragioni, fatevele da soli: la vostra voce è importante quanto la loro; e cercate di capire quando la ragione potete chiederla a buon diritto e quando no.
E' assai triste quando babbo e mamma vanno a litigare l'insegnante di turno per le vostre mancanze come persone rispettose delle regole, ci fanno una pessima figura e non vi insegnano al meglio... l'amore per un figlio annebbia la vista, ma la vostra ci vede bene, siate onesti, vi servirà. (Ovviamente liberate le belve quando c'è bisogno, i miei non l'hanno mai fatto, anche quando avrebbero dovuto, e seppur sia sopravvissuta, un vaffanculo a qualche mia/o insegnante non ci sarebbe stato male!)
Riguardo ai professori, ce ne saranno di cani - vedi il vaffanculo di cui sopra - ma anche di buoni, davvero! Io ne ho incontrati (elementari, medie, liceo e università compresi) e mi hanno cambiato letteralmente la vita. Mi sono resa conto, però, che parte di quella magia dipendeva da me, quindi ascoltatevi, e se la vostra amica prende il giro la prof di turno, mentre per voi è un esempio da seguire, difendete il vostro pensiero, di pecoroni al mondo ce ne sono fin troppi.

Adesso, se sarete giunti alla fine di questo sfogo maldestro, dovrete sorbirvi le mie scuse.
Chiedo scusa se alla fine questo post è dedicato a una specifica fascia d'età, non ne ho potuto fare a meno... è quella che preferisco, e la più decisiva, per me!
Mi dispiace se avete alzato gli occhi, ma vi ringrazio se vi siete dati il tempo di leggermi fino a qui.
E' che voi siete il nostro futuro, la passione e la forza che a noi mancano, a quelli come me che a 30 anni si ritrovano in balìa degli eventi, fra un contratto a progetto, e un pagamento a nero che non arriva mai. 
Noi siamo la generazione che in parte ha fallito il suo scopo. Vittime della crisi e dell'inadempienza che ci ha contraddistinti da sempre.
Eravamo bravi, anche noi, avevamo passione proprio come voi, speravamo nel futuro e ci vedevamo mordere il mondo a cavallo dei nostri sogni.
Poi ci siamo dimenticati di un periodo storico: dal 1600 al 1900. Quello proprio ce lo siamo perso.
Perché se ce ne fossimo ricordati, ad oggi non elemosineremmo qualche spicciolo (i più sfigati, tipo me!) o non ci terremmo ben stretti il nostro stipendio (quei fortunati che hanno scelto la carriera giusta, o hanno avuto culo! e se ne stanno nel loro orticello, beandosi del "sono stato più bravo di..."): saremmo tutti insieme in piazza, memori di popoli in sommossa e ribellione in tempi di crisi, di contadini armati di forcone a combattere per la propria dignità. Ci ricorderemmo di una verità assoluta: che lassù, a dirci quante tasse dobbiamo pagare, quanta merda ingoiare, sono pochi, rispetto a quanti siamo noi... Pochi privilegiati che dovrebbero temere la nostra mente, la nostra conoscenza, la nostra potenza, e i nostri numeri.

Noi ce ne siamo dimenticati, voi non fate altrettanto. E quando sarete ben coscienti di quanta forza avete nelle vostre mani, prendete le nostre e portateci oltre la paura e l'apatia che ci affanna. Ricordateci il valore della piazza e di un popolo istruito che chiede giustizia.
Questo lo imparerete fra uno sbadiglio e l'altro, proprio su quel banco di scuola, quindi impegnatevi quanto più potrete!
E parafrasando, concludo dicendovi:


Siate cauti nell'accettare consigli, ma siate pazienti con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accettate il consiglio... per questa volta. 
Ps per chi non lo sapesse è la fine del monologo tratto dal film "The Big Kahuna", che merita di essere visto!



Buon primo giorno di scuola, e buoni tutti quelli a seguire! Rendetevi orgogliosi di voi! 

Nessun commento:

Posta un commento

Un post senza commenti, è come un cielo senza stelle...