venerdì 24 luglio 2015

Fisioterapia Mon Amour

Gambe a pezzi, schiena indolenzita e un letto che mi chiama a gran voce: "Vieniiiii... vieniiii". Non male direi! Ma oziare non è consentito, e del resto a me neanche piace. Non considero l'ozio il padre i vizi, ma è comunque un'attività a me non congeniale - io che se non sono attiva almeno 23 ore su 24, mi sento inutile. (Che poi investa le mie ore in progetti non sempre redditizi, e molto spesso inconcludenti, è un altro discorso; quantomeno non sono stata con le mani in mano!)
La causa del mio sentirmi una nonna novantacinquenne, è da ritrovare in lei, la Venere Bulgara, ragazza di impareggiabile bellezza e signorilità, meglio identificabile come la mia nuova Fisioterapista.


Nel novembre 2012 mi sono rotta il menisco della gamba destra, non riconosciuto dalla risonanza magnetica - in cui era visibile anche a mia nipote di 5 anni! - fisioterapia a caso per tre mesi, un ginocchio che continuava a bloccarsi notte e giorno con conseguenti pianti e crisi emotive - "Non ti impegni abbastanza!" questa la risposta dell'allora dottore che mi aveva in cura.
Nel febbraio 2013 finalmente qualcuno si accorge che - Dio sia lodato - il menisco è partito, il ginocchio è compromesso e "Si deve operare d'urgenza Signorina!!!!". Nel giro di una settimana mi ritrovo sotto i ferri di un bellissimo ortopedico (sì, la mia vita ospedaliera è costellata di belloccioni, che ci devo fare?!) che rimette in sesto quel che può, e mi da la cura: riposo ed esercizi. Peccato che allora lavorassi sottopagata - una costante anche questa -  per un progetto teatrale che prevedeva, udite udite, volantinaggio. E a chi toccava girovagare allegramente per il Valdarno, con tanto di stampelle? Quindi, curata poco e male - colpa mia certo, ma come dice Jafar "chi va a Roma perde poltrona, principe Abubu!" - il ginocchio ha continuato a incastrarsi per i successivi due anni e mezzo, fino allo scorso mese in cui ho dovuto appendere al chiodo le mie scarpe da running e accettare la dura realtà: la corsa non è per te, ma anche camminare se continui così!
Presa dallo sconforto, mi faccio l'ennesima risonanza magnetica, corro all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna: 

Dottore: l'articolazione è a posto, ma la rotula tende all'esterno, in questo come nell'altro!
Io: Scusi come? Anche l'altro è compromesso? 
Dottore: Certo. Devi rinforzare il Vasto mediale e vedere se riesci con la sola fisioterapia a evitare l'operazione, altrimenti li operiamo entrambi e sei come nuova!
Io: ottimo, grazie!

Visita all'Istituto Gaetano Palloni di Montevarchi, ciclo fisioterapico di due mesi e mezzo, complessivo di piscina (che odio fortemente!). Al termine della visita, il dottore se ne esce con: "Vuoi un bell'uomo o una bella donna come fisioterapista?". La risposta è presto detta: "una bella donna!". Non per discriminazione, ma se devo mettermi in mutande con la cellulite che mi ritrovo meglio una donna che un uomo a palpare la mia bucanza budinosa!
Ed è qui che inizia la storia della mia fisioterapia e del conseguente fortunato incontro con la Venere Bulgara (se volete sapere chi è leggete qui)

Vero che la storia è all'inizio, e non so come andrà a finire. Per questo voglio viverla come un romanzo, pagina per pagina, facendo anche l'orecchio alla giornata se vale la pena... da oggi inizia una grande avventura, la cui meta sarà riuscire in un gesto banale e consueto per molti, impossibile per me da oltre due anni: mettermi finalmente a sedere per terra a gambe incrociate (magari vestita e senza tette al vento).

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